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Il cancelliere era un bel giovinetto; aveva una fisonomia distinta ed aristocratica e mi accolse con tutta l'educazione possibile; pure sin da bel principio mi avvidi, che la mia presenza gli riusciva incresciosa più di quella di un creditore, e rimasi convinto che la camicia rossa non era di certo una delle simpatie più sentite di quell'impiegato.
Difatti il nuovo governo della Repubblica Francese aveva lasciato al suo posto tutti i vecchi funzionari, i quali in quel bailamme non sapendo a qual Santo votarsi cercavano di restare in bilico, come meglio sapevano, fermi però nella idea di non compromettersi; mettetete anche un po' d'affezzione alla dinastia che aveva loro dato quel posto.
eppoi ditemi se questa trascuraggine del governo repubblicano non ha dicerto influito a che fosse sì scarso il numero degli Italiani, che mossi da un'idea generosa, hanno pugnato e gloriosamente pugnato sui campi di Francia.
--Capisco digià, perché viene.--Mi disse pel primo e facendomi segno di sedere, il cancelliere--Con mio gran rincrescimento: però, sono obbligato di dirle che non possiamo far niente per loro.
--Ma se a Firenze ci hanno inviato qui!.
--A Firenze hanno perduto certamente il cervello.
Le pare, che noi vogliamo suscitare una questione di diritto internazionale.
--Ma anche noi, le ripeto siamo stati spediti direttamente e a colpo, sicuro: di più sappiamo che l'altra sera partirono altri volontarii, mandati da loro, e si ha diritto d'andare anche noi.
--Per me si figuri le manderei subito--Aggiunse l'altro con un sorriso ed io credendo immediatamente a quest'ultimo desiderio di lui che parlava, ma non volendo darmi per vinto, esclamai: Ma è così, che l'Ambasciata Francese di Firenze mantiene le proprie promesse?
Per nostra buona fortuna il chiarore bianchiccio dell'alba, si fece vedere tra gli spiragli delle nostre finestre, ed i miei compagni partirono allegri e contenti, dopo averci scambiato la promessa di vedersi tra otto ore in via Grande a Livorno, chè le mie occupazioni esigevano che io mi dovessi trattenere tutta la mattina a Firenze.
Andai per dormire, ma avevo fatto i conti senza l'oste, e questa volta la parte dell'oste doveva esser sostenuta dalla mia vecchia padrona di casa, la quale mi caricò di rimprocci, mi torturò coi suoi omei, mi seccò colle sue geremiate--Noi si cercava di rovinarla, il nostro non era agire da persone educate.--Io presi pretesto da tutte queste lamentazioni, per restituire la chiave, uscii, senza ascoltare scusa veruna, disbrigate in fretta e furia le mie faccenduole mi avviai, diritto come un fuso, alla stazione, ed aspettando il magico fischio che doveva annunziarmi la partenza dalla moribonda capitale del felicissimo regno degli analfabeti, mi rincantucciai in un vagone.
--Era tempo!--Esclamerà il lettore e non avrà tutti i torti.
Ci moviamo: qual felicità! Eppure credevo di dover provare un po' più d'allegrezza: il Cielo era d'un colore plumbeo e, per quanto tu aguzzassi lo sguardo, non giungevi a vedere un solo strappo che ti facesse sperare il sereno: eppoi, non lo so, partendo non si può fare a meno di risentire una certa malinconia.
son troppe le reminiscenze che vengono a assalirti, tutte di un colpo; il minimo nonnulla prende le proporzioni delle cose più grandi; ci si rammenta i più inconcludenti discorsi, si ripensa alle passeggiate gradite, ai geniali convegni, alle conversazioni che eravamo soliti di frequentare; gli stessi dispiaceri che abbiamo provato ci sembrano meno crudeli; e nelle nostre fantasie si affollano invece le gentili esibizioni degli amici, gli affettuosi conforti delle nostre belle, i favori che ti fu dato ricevere, frequentando la società; le vie per le quali eri solito passeggiare le ti sfilano davanti, coi suoi negozi, colle sue gentili passeggiatrici che ti sono divenute familiari, quantunque tu non le abbia mai avvicinate: e davanti ai tuoi occhi che distrattamente si affissano sugli alberi, i quali sembra che friggano indietro impauriti a veder passare la macchina, sfilano ad uno ad uno, quasiché fossero figure di lanterna magica, i volti di tutti coloro che ti conoscono, che tu conosci, o che hai veduto anche soltanto una volta: le occupazioni che poco fa riguardavi come un martirio, ora ti sembrano, care.
E quando tornerò?.
E se non tornassi più?.
Quante cose saranno cambiate, nel primo caso.
chi mi compiangerà nel secondo?!.
Oh! In questi momenti si comprende l'eroismo di chi per una idea può lasciare una madre!
sconsigliato.
Ma che vogliono dunque--ripeteva tra me--questi vecchi che coi loro scritti, colle loro opere sono stati i primi a farci amar la repubblica?--Lasciar solo là, tra un popolo straniero, Garibaldi e farci sfuggire una sì bella occasione.
Ma che vogliono dunque costoro?.
Alla fine soccorrendo la Francia, noi non adempiamo che al nostro dovere; si soccorre la nostra sorella maggiore, la patria delle grandi iniziative, quella che ci ha istruito colle sue opere, che ci ha dato sollazzo coi suoi romanzi, che ha fatto le spese dei nostri teatri, che dal campo sereno e grandioso della scienza a quello frivolo della moda ci ha dato ogni cosa; se ci è di mezzo quel maledetto affare di Montana, che colpa ce ne ha la Francia, che colpa ce ne hanno i discendenti di Voltaire e di Danton, i figli di quella Nazione che ha proclamato per prima in faccia all'attonito mondo i diritti dell'uomo?.
Oh! la sarebbe bella, se i nostri soldati fossero mandati in China o in qualunque parte del mondo, a puntellare un monarca imbecille e codardo, oh! la sarebbe bella, che se ne avesse a fare un carico a noi!.
Eppoi andare contro un re per la grazia di Dio, noi che non crediamo in Dio e non abbiamo i re nelle nostre simpatie; aiutare un governo che ha i palloni volanti per posta e per soldato chiunque è buono di portare un fucile; utilizzare a prò di causa santissima una vita noiosa e disutile, traversare il Mediterraneo, veder città e paesi che tante volte abbiamo sentito nominare nei libri, e che tante volte abbiamo desiderato vedere, riabbracciare i vecchi compagni con cui in altro tempo si è diviso i pericoli e l'emozioni delle battaglie; inebriarsi di nuovo tra la polvere, il fumo e l'assordante rumore dei combatimenti; e udire le grida dei prodi, che si lanciano, come un sol'uomo, alla carica e unirsi a loro e vederli.
vederli da vicino i terribili soldati che fan tremare l'Europa, misurarsi con essi, picchiarsi, vincere, morire forse anche pel nostro ideale.
Oh! le care fantasie che mi carezzavano l'immaginazione, sotto quel Cielo di fiamme